Vi avevamo già presentato il progetto Bells breathe wildly by Daniele Di Girolamo l’installazione sonora nella cisterna dell’acqua, all’interno della residenza Pratiche di forza avvenuta questa estate a Guilmi Art Project.
Ma non è l’unica opera realizzata all’jnterno del progetto, di Daniele Di Girolamo e Manrico Pacenti a cura di Lucia Giardino e Federico Bacci. La cacofonia del titolo mette volontariamente in risalto la sua doppia direzione. Da una parte l’elemento fondante dell’operare artistico, ovvero la pratica, intesa come quotidiana reiterazione di azioni e pensiero per l’acquisizione e l’esercitazione della professione e professionalità artistica. Dall’altra la forza, o meglio le forze, che in fisica e nella definizione astratta del suono e dello spazio s’incontrano e scontrano, compenetrandosi e creando il paesaggio. Le forze distinte considerate dai due artisti, tradotte in termini digitali, vengono fluidificate, elaborate e poi fuse insieme.
Gli elementi verticali che demarcano l’insediamento urbano di Guilmi e dominano la vallata del Sinello sono una torre dell’acqua e l’immancabile campanile della chiesa. Questi si stagliano antagonisti come indicatori di due universi opposti: l’uno racchiude e dà forma all’acqua, elemento liquido e libero, imprigionandone lo scorrere; l’altro scandisce il ritmo dell’uomo, lo espande nella vallata, detta le ore del risveglio e del lavoro.
Daniele di Girolamo è intervenuto smussando le asperità della campana. Manrico Pacenti ha congelato e materializzato la percezione aptica del suono sull’ambiente, facendolo riverberare sulle superfici con installazioni diffuse nel territorio di Guilmi (vedi foto).
Alla restituzione del lavoro dei due artisti in residenza, è stata anche affiancata la proiezione pubblica di Watna di Lorenzo Casali e Micol Rubini, un film documentario sulla percezione dello spazio e del tempo, incentrato sul lento percorso di una nave cargo in Europa centrale.
Ci aveva colpito la forza e la potenza di questo lavoro che anocra oggi non riusciamo a toglierci dalla mente, dalla pelle e dalle orecchie, per cui ci fa piacere riportarla alla ribalta.