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Opere dalle residenze: “Pratiche di Forza” di Daniele Di Girolamo e Manrico Pacenti

11 Dicembre 2019

Vi avevamo già presentato il progetto Bells breathe wildly by Daniele Di Girolamo l’installazione sonora nella cisterna dell’acqua, all’interno della residenza Pratiche di forza avvenuta questa estate a Guilmi Art Project.

Ma non è l’unica opera realizzata all’jnterno del progetto, di Daniele Di Girolamo e Manrico Pacenti a cura di Lucia Giardino e Federico Bacci. La cacofonia del titolo mette volontariamente in risalto la sua doppia direzione. Da una parte l’elemento fondante dell’operare artistico, ovvero la pratica, intesa come quotidiana reiterazione di azioni e pensiero per l’acquisizione e l’esercitazione della professione e professionalità artistica. Dall’altra la forza, o meglio le forze, che in fisica e nella definizione astratta del suono e dello spazio s’incontrano e scontrano, compenetrandosi e creando il paesaggio. Le forze distinte considerate dai due artisti, tradotte in termini digitali, vengono fluidificate, elaborate e poi fuse insieme.

Gli elementi verticali che demarcano l’insediamento urbano di Guilmi e dominano la vallata del Sinello sono una torre dell’acqua e l’immancabile campanile della chiesa. Questi si stagliano antagonisti come indicatori di due universi opposti: l’uno racchiude e dà forma all’acqua, elemento liquido e libero, imprigionandone lo scorrere; l’altro scandisce il ritmo dell’uomo, lo espande nella vallata, detta le ore del risveglio e del lavoro.

Daniele di Girolamo è intervenuto smussando le asperità della campana. Manrico Pacenti ha congelato e materializzato la percezione aptica del suono sull’ambiente, facendolo riverberare sulle superfici con installazioni diffuse nel territorio di Guilmi (vedi foto).

Alla restituzione del lavoro dei due artisti in residenza, è stata anche affiancata la proiezione pubblica di Watna di Lorenzo Casali e Micol Rubini, un film documentario sulla percezione dello spazio e del tempo, incentrato sul lento percorso di una nave cargo in Europa centrale.

Ci aveva colpito la forza e la potenza di questo lavoro che anocra oggi non riusciamo a toglierci dalla mente, dalla pelle e dalle orecchie, per cui ci fa piacere riportarla alla ribalta.